Il nuovo volto delle città dopo l'emergenza
Luca Molinari, Giovanni Longobardi, Clément Périssé e Alice Grégoire
Nessun uomo è un'isola
Roma
Dipartimento di architettura
Università degli studi Roma Tre
1 dicembre, ore 18:00
Mattatoio
Dialogo in diretta streaming con traduzione simultanea
in versione italiana: https://bit.ly/1dic20
in versione francese: https://bit.ly/1dic20FR
Luca Molinari, Giovanni Longobardi, architetti, Clément Périssé e Alice Grégoire, architetti, borsisti a Villa Medici - Accademia di Francia a Roma nel 2020/2021. Modera: Annalisa Metta
La pandemia di Covid-19 ed i provvedimenti presi per limitarne la diffusione hanno evidenziato la necessità di adeguare i diversi spazi dell’abitare verso soluzioni ambientali sostenibili, che delineino il futuro dei territori e delle città e permettano di adattare in chiave sostenibile gli stili di vita degli individui e della collettività. La città rimane il punto di riferimento della progettazione futura: oltre alla centralità dei servizi i cambiamenti riguarderanno, innanzitutto, la dimensione smart e sostenibile della casa, ma anche la valorizzazione dei quartieri e la presenza di un sistema di mobilità diverso.
Luca Molinari è professore ordinario di Teoria e Progettazione Architettonica nel Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale “Luigi Vanvitelli” dell’Università della Campania. Critico e curatore nell’ambito dell’architettura contemporanea. Tra i riconoscimenti per le sue attività di ricerca, critica e promozione della cultura architettonica: il Premio Ernesto N. Rogers (2006, X Mostra Internazionale di Architettura), il Premio Jean Tschumi (Congresso UIA, 2008) e il titolo di “Accademico di Merito” conferitogli dall’Accademia di Belle Arti di Perugia (2016).
Giovanni Longobardi è professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana nel Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi Roma Tre, di cui è direttore dal 2019. Si è occupato di temi museografici, di teorie della modernità in architettura, di forme della città contemporanea, di progetti per la cultura e il patrimonio, di culture dell’abitare, con saggi, tra cui Architettura, folle e città - Rassegna di Architettura e Urbanistica, Quodlibet, 2020 (con M.S. Augusto).
Alice Grégoire è laureata dell’ENSA di Versailles. Dal 2010 collabora con OMA/Rem Koolhaas a progetti di design e ricerca. Tra i progetti recenti si segnalano la fondazione Galeries Lafayette Art di Parigi, la ricerca e la scenografia della mostra “Elements of Architecture” per la Biennale di Architettura di Venezia 2014 e la scenografia della mostra Serial & Portable Classic per la Fondazione Prada nel 2015.
Clément Périssé ha studiato architettura all’École Nationale Supérieure d’Architecture di Versailles e a Roma. Presso Barcode Architects ha guidato la progettazione di un edificio multiuso a Bordeaux. Dal 2011 lavora presso OMA/Rem Koolhaas dove è co-leader della progettazione e costruzione della Fondation d’Entreprise Galeries Lafayette.
Annalisa Metta è professore associato di Architettura del Paesaggio all’Università degli studi Roma Tre. Italian Fellow in Landscape Architecture presso l’American Academy in Rome (2016-17), di cui dal 2017 è Advisor. Tra i riconoscimenti, nel 2017 è tra i 16 studiosi emergenti impegnati nell’avanzamento del paesaggio nella cultura contemporanea selezionati dalla School of Design - University of Pennsylvania. Tra i suoi libri: Wild and the City. Landscape Architecture for Lush Urbanism (Libria, 2020, con M.L. Olivetti). È tra i fondatori di Osa architettura e paesaggio, in Roma (2007).
Gli interventi saranno preceduti dai saluti dell’ambasciatore di Francia Christian Masset, del Rettore dell’università degli studi Roma Tre Luca Pietromarchi e di un rappresentante di Edison.
Organizzato da: Dipartimento di architettura dell’Università degli studi Roma Tre e Institut français Italia, in partenariato con Villa Medici - Accademia di Francia a Roma. Con il sostegno di Edison.
«La recente esperienza del lockdown ha fatto vivere a quasi due terzi della popolazione mondiale un’esperienza spaziale e psicologica di una radicalità estrema le cui conseguenze emergeranno molto lentamente influenzando il nostro modo di vivere, il nostro rapporto con l’altro e i luoghi condivisi. Se non vogliamo che la paura e la segregazione diventino elementi disgreganti della nostra vita futura dobbiamo ripensare con forza l’idea illuminista di “patto sociale” e del conseguente “patto spaziale”, puntando a una condizione in cui umani, animali, vegetali e minerali siano considerati parte di una comunità di eguali con cui attivare forme di dialogo, azione e ascolto totalmente differenti. A questo punto emerge una domanda: che ruolo può avere il progetto e l’architettura in questo nuovo scenario? Da questo pressante interrogativo partirà il mio contributo critico.”
Luca Molinari, settembre 2020
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